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MAG 6

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Dal sito di MAG 6

Ogni minuto, nel silenzio e nella legalità formale della legge del mercato, la logica dominante del “massimo profitto possibile” soffoca sempre di più le idee e le iniziative autogestite e collettive, che cercano di rispettare l’uomo e l’ambiente, che si propongono come embrioni di risposta alla richiesta diffusa di una migliore qualità della vita per tutte le persone.
Tutti, consciamente o meno, compiamo una serie di azioni quotidiane che spesso finiscono per neutralizzare lo sforzo che in altri ambiti indirizziamo verso canali di impegno sociale. Depositare i nostri risparmi presso gli istituti di credito può essere appunto uno di questi gesti. E’ necessario riappropriarsi della gestione e del controllo diretto dei propri risparmi evitando che possano venire utilizzati per rinforzare l’ingiustizia sociale. Pensiamo all’indebitamento esponenziale dei paesi del Sud del mondo, alla devastazione delle foreste e delle culture indigene, alla costruzione di industrie altamente inquinanti o di inutili e dannosi progetti quali il treno ad alta velocità o le centrali nucleari, al sostegno ad eserciti o a governi che non rispettano i più elementari diritti umani, alla produzione e alla vendita di armi, al finanziamento di progetti speculativi, alle ristrutturazioni di aziende che licenziano operai…
Molte realtà locali, che lavorano invece quotidianamente per combattere queste ingiustizie, hanno avviato da anni delle attività produttive autogestite nel tentativo di liberarsi dai vincoli del lavoro dipendente tradizionale. Avendo necessità di un capitale iniziale per sostenere le strutture, questi progetti si scontrano con le condizioni imposte dagli istituti di credito, che per la loro stessa natura raramente finanziano piccole imprese che non garantiscono utili immediati e che non possono accettare tempi e modalità di rientro unicamente speculativi.
NASCONO LE MAG
Proprio per andare incontro a queste esigenze nasce a Verona nel 1978 la prima MAG (Mutua AutoGestione) sulla base di una vecchia legge del 1886 sulle Società di Mutuo Soccorso. Le Mag si propongono quindi di appoggiare concretamente le iniziative economiche autogestite, infatti lo spirito mutualistico che era alla base delle vecchie società di mutuo soccorso, le prime forme di aggregazione popolare dalle quali è nato l’associazionismo operaio, sindacale e politico, ritrova oggi vigore intorno a quelle iniziative economiche autogestite che pongono al centro la qualità della vita dell’uomo e dell’ambiente e non il profitto fine a se stesso.
Il fine è quindi quello di raccogliere il denaro di tante persone per investirlo in attività mirate e coerenti con i propri principi sociali. A tutt’oggi in Italia sono sei le esperienze di cooperative MAG (Verona, Milano, Udine, Torino, Reggio Emilia, Venezia).
Mag 6
Nata a Reggio Emilia nel 1988, la Mag 6 si qualifica per le seguenti caratteristiche:

  • è giuridicamente una cooperativa, poiché questa forma societaria, più di ogni altra, può stimolare il rispetto della partecipazione e dell’uguaglianza tra i membri. È’ soprattutto una società di persone, dove lo scambio di denaro avviene tra soci, rispettando le norme in materia (MAG 6 è iscritta all’Albo intermediari finanziari c/o l’Ufficio Italiano Cambi);
  • raccoglie denaro dai soci sotto forma di capitale sociale, che su decisione assembleare, potrà essere remunerato in presenza di utili di bilancio, fino ad una percentuale che non superi quella dell’indice di inflazione ISTAT dell’anno a cui il bilancio si riferisce. I soci possono prelevare, anche parzialmente, l’importo in precedenza versato, dopo ogni assemblea annuale di bilancio, rispettando i termini di preavviso previsti dalla legge. Il capitale sociale di ogni socio persona fisica va da un minimo di € 25 (Lire 48.406,75) ad un massimo di € 67.431,04 (Lire 130.564.700) . Il denaro raccolto è prestato a realtà che operano nel campo della promozione sociale, applicando un tasso di interesse uguale per tutti i soci finanziati, calcolato applicando all’indice ISTAT un ricarico che copre i costi della struttura e remunera il capitale dei soci.
  • collabora per sostenere iniziative che intervengono sul territorio in settori di interesse degli stessi soci che vi aderiscono e che ne migliorano la qualità della vita: pace, disarmo, ecologia, multicultura, risparmio energetico, controinformazione, educazione allo sviluppo, emarginazione …
  • eroga prestiti a soci seguendo criteri diversi da quelli tradizionali. I finanziamenti vengono condizionati alla qualità sociale dei progetti, al rapporto fiduciario con i soci finanziati, mantenendo comunque il controllo sulla solvibilità dei prestiti concessi. Una volta rientrati da un finanziamento, i fondi vengono riutilizzati per un nuovo progetto. Molte iniziative hanno enorme valore potenziale che per emergere necessita di appoggio e fiducia e non solo di ipoteche e garanzie patrimoniali;
  • rende democratica e trasparente l’organizzazione interna, scardinando alcuni tipici privilegi del “santuario” creditizio. Il coordinamento delle attività è diretto da un consiglio di amministrazione, i cui membri vengono scelti nelle periodiche assemblee dei soci, durante le quali si verificano le linee di azione. Alle riunioni del consiglio di amministrazione possono partecipare i soci che lo desiderano.